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Skannatoio SPECIALE#7, giugno 2015, incroci pericolosi

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view post Posted on 31/8/2015, 22:53
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Apprendista stregone

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Forza David. Dai pepe a questa finale! :woot:
 
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view post Posted on 31/8/2015, 23:19
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Il Tospanico Polemico

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Eccolo.
Due precisazioni e due scuse in merito al pezzo.
Quando cominciai a scrivere mi vennero in mente un sacco di idee per questa storia.
Mi piace il pretesto, mi piacciono i personaggi e sono di casa con l'ambientazione, per cui , convinto di essere buttato fuori al secondo turno da miss. Leggeri ho continuato a buttare carne al fuoco con l'intenzione, o almeno il proposito :P, di continuare a scrivere per conto mio. Invece quella fedifraga ha dato bidone. Che fare quindi?
Ho optato per lasciare in sospeso molti punti con il proposito di non fermarmi qui, e di fare di questa racconto praticamente soltanto il "pilota". Se piace andrò avanti in separata sede.

I migliori auguri al mio avversario e buona lettura.


LA CAÌDA Di David Galligani

«Gomez si è suicidato, papá?»
Rodriguez trangugiò in fretta la tazzina di caffè. Non era un argomento del quale avesse voglia di discutere, e meno che mai la mattina a colazione,
«Sì amore mio, così sembra» rispose alla figlia.
«Aveva un dolore così grande dentro da non avere più voglia di vivere?»
«Non lo so, può essere. Non si può sapere cosa passa nella mente delle persone. Non sono cose a cui una ragazzina dovrebbe pensare, Ana.»
«Non capisco le persone che si uccidono. La trovo una cosa da vigliacchi... A me piacerebbe tanto vivere, invece sono su una sedia a rotelle e morirò presto.»
«Non dire queste cose!» esclamò Rodriguez.
«Ma papà, è vero perché ti arrabbi.» rispose Ana con la massima tranquillità.
«Scusa, non mi sono arrabbiato, è che non voglio che tu pensi queste cose. Devo scappare al lavoro adesso amore. Ci vediamo stasera» Rodriguez accarezzò la testa della figlia, poi le dette un bacio e uscì di fretta.
Entrò in auto, chiuse lo sportello, e cominciò a piangere.

Alla stazione i colleghi avevano i musi lunghi e l'atmosfera era tesa. Il “suicidio” di Gomez aveva sconvolto un po' tutti.
Rodriguez entrò con la testa bassa: aveva ancora gli occhi rossi per il pianto, e non voleva che nessuno lo notasse.
Sentire sua figlia parlare con la massima naturalezza e tranquillità della propria malattia e della sua morte gli spezzava il cuore. Non sono il genere di cose a cui dovrebbe pensare un'adolescente. Sopratutto non dovrebbe pensare alla morte con tutta quella serenità.
“Ma forse... con le cure adatte, chissà” pensava. Sperava.

Ad un certo punto si sentì afferrare per la manica. Si girò, era il Commissario: perso nei suoi pensieri non lo aveva sentito arrivare.
«Vieni con me Marc» gli disse « Ce ne andiamo a prendere un caffè al bar, invece che alla merdosa macchinetta»
Rodriguez sorrise.
«Se andiamo al bar dei cinesi, è facile che sia ancora peggio»
Il Commissario notò gli occhi rossi di pianto, ne fraintese la causa, e gli dette una pacca sulla spalla.
«Siamo tutti a pezzi oggi... Chi se lo sarebbe aspettato da Gomez?» disse «Facciamo due passi fino alla Rambla del Raval, va'. E alle brutte mi prendo un carajillo invece di un caffè.»
Per qualche minuto i due camminarono in silenzio, poi il Commissario prese la parola.
«Ne avevi avuto qualche sentore Rodriguez?»
Marc ci pensò su un secondo prima di rispondere.
«In realtà Commissario... io e Gomez avevamo avuto una discussione recentemente» disse.
«Cioè? Spiegati meglio» chiese il Commissario soffermandosi sulla porta del bar.
«Beh sediamoci, le racconto.»
I due entrarono e presero posto.
Il bar era un locale tranquillo, con l'arredamento in legno scuro e i tavolini rotondi in marmo.
Il Commissario si levò il cappotto e lo appoggiò sullo schienale della sedia. Rodriguez fece un cenno alla cameriera, una bella ragazza sudamericana con molti tatuaggi e le trecce alla Pocahontas. Con un po' di fortuna tra una decina di minuti sarebbe venuta a prendere l'ordinazione, la celerità non era uno dei pregi del posto.
«L'altro giorno mi aveva dato buca alla soffiata su Laszlo, e la scusa non mi aveva convinto per niente» cominciò Rodriguez «E non era la prima volta...»
Poi fece una pausa.
«Che vuoi dire?»
«Che penso che fosse al servizio di Laszlo, jefe. Ecco quello che voglio dire.»
Il Commissario rimase di ghiaccio.
«Ma ne sei sicuro? Hai delle prove?»
Rodriguez fece un cenno negativo con la testa.
«No, prove non ne ho, avevo solo il sospetto... un forte sospetto. E quando l'affrontai riguardo a questo argomento non mi convinse per nulla. Avrei indagato, ma poi...insomma... il suicidio mi pare una conferma.»
Il Commissario rimase in silenzio, pensoso. Finalmente arrivò la cameriera e i due ordinarono i loro caffè.
«Quello che dici è molto grave. Dobbiamo indagare, non c'è altro modo. Certo che se le indagini confermassero la tua teoria... beh... sarebbe un duro colpo per tutti. Come se Gomez morisse due volte.»
Rodriguez sperava vivamente che le indagini lo potessero confermare. In questo modo il suicidio sarebbe stato senz'altro credibile. E Laszlo avrebbe avuto ancora più bisogno di lui.
«Due agenti morti o scomparsi in una settimana. E in entrambi i casi c'è di mezzo quel figlio di puttana di Laszlo» disse «È veramente ora di metterci un freno»
Rodriguez assentì con il capo.
“In entrambi i casi il colpevole sono io.” pensò “E la cosa sembra appena iniziata”.
Doveva infatti ancora manomettere le prove a carico di Demidov, uno dei luogotenenti di Laszlo.
In questi ultimi giorni la richiesta era stata ripetuta più volte, e Laszlo si era anche interessato alla morte di Gomez.
Anche lui sembrava, almeno per adesso, credere all'ipotesi del suicidio.
Presi i caffè i due fecero ritorno al Commissariato.
Poco dopo Rodriguez salutò il Commissario e si diresse verso il magazzino dove erano custodite tutte le prove.
Al banco c'era il vecchio e panciuto Martinez. Oramai quasi in pensione passava gli ultimi anni di servizio seduto a guardarsi film in una piccola televisione portatile che teneva sotto la scrivania, e controllando chi entrava e usciva dal magazzino. Dietro di lui un parete a rete metallica dava accesso al magazzino.
Quando vide Rodriguez non poté far a meno di fare una faccia triste.
«Ciao Marc, condoglianze per Gomez...» disse.
«Grazie, Martinez»
«Che posso fare per te?»
«Beh senti, ti vorrei chiedere un favore...»
«Spara»
«Lo so che non è un caso mio, e che non è permesso, ma...»
«Ma?»
«...Mi faresti mica passare a dare un'occhiata alle prove del caso Gomez? Senza farmi firmare il registro, dato che io non sono assegnato al caso, essendo stato il suo partner e per via del legame emotivo...»
«Non posso ASSOLUTAMENTE farlo, lo sai.» rispose Martinez «Mi gioco la pensione. Quello che potrei fare...» continuò sorridendo sotto i baffi «È andare al bagno cinque minuti, lasciando la porta aperta.»
«Sei un amico!» lo ringraziò Rodriguez.
«Figurati, mi pare il minimo in questo caso. Però solo cinque minuti, non uno di più. Quando torno devo trovarti dall'altra parte del banco!»
«Contaci»
Martinez, uscì dal gabbiotto, strizzò l'occhio a Rodriguez e si diresse verso il bagno.
Rodriguez si precipitò dentro lo stanzone.
C'erano centinaia di scaffali con migliaia e migliaia di scatole in ordine alfabetico.
Rodriguez si lanciò alla ricerca dello scaffale giusto:
«AA. AB... » via via leggeva i cartellini che gli si presentavano davanti.
Un minuto, due minuti.
Accelerò.
“DE! Eccolo” pensò.
Apri frettolosamente la scatola, scorrendo nel modo più veloce possibile il contenuto, finché non vide un ritratto.
Lesse le didascalie
“Identikit fornito dalla vittima bla bla bla... Perfetto!”
L'accusa si basava sul riconoscimento di Demidov da parte di una delle sue vittime che aveva fornito l'identikit alla polizia.
Niente identikit, niente accusa.
Rodriguez appallottolò il foglio e se lo mise in tasca.
Tre minuti e mezzo.
“Forse ce la faccio” penso.
Uno, due, quattro,dieci scaffali: DO-DU... GA...GO.
C'erano tantissimi Gomez, in effetti è uno dei cognomi più diffusi in Spagna e nei paesi dell'America Latina.
«Juan Gomez Llorente» bisbigliò quando l'ebbe trovato.
Aprì la scatola, vi dette un occhiata. E richiuse.
Quattro minuti e cinquanta secondi.
Corse verso l'uscita, sperando che Martinez non fosse stato puntuale.
Martinez non era ancora rientrato, ma c'era qualcuno appoggiato di spalle al bancone. Rodriguez non lo poté riconoscere perché gli stava dando la schiena.
«Me cago ne la virgen!» bestemmiò sotto voce. Evidentemente qualcuno che aveva bisogno di accedere al locale aveva preceduto Martinez.
“E ora?” pensò. “Potrei fare finta di niente, a meno che quando firmi il registro non noti che la mia firma non c'è... E se collega il fatto che Martinez era fuori mi mette in un be casino.”
In quel mentre Martinez fece ritorno.
Vide il nuovo arrivato, intravide la sagoma di Rodriguez e rimase un po' incerto sul da farsi.
«Martinez, si vede che invecchi eh? Hai lasciato anche la porta aperta!»
Dalla voce Rodriguez riconobbe Borja, un puntiglioso rompipalle.
«Ah si? Ero andato un attimo in bagno... Sai con l'età quando scappa, scappa.»
«Eh ho capito, ma pensa se qualcuno si fosse introdotto nel magazzino!»
«Qualcuno chi? Qualche sbirro come te, vuoi dire?»
«Si ma le regole...»
«”Si ma” ora chiudo tranquillo»
Martinez si avvicinò alla porta e dette una mandata in un senso, e l'altra nel contrario. Vide Rodriguez nell'ombra e gli fece l'occhiolino.
«Visto? Fatto! E ora vado a prendere un caffè, sai che?»
«Ma come? Ma io ho bisogno di...»
«Decidi , o vieni con me alla macchinetta e il caffè te l'offro io, o aspetti qui. E magari mi metto anche a chiacchierare con qualcuno. Lo sai come siamo noi vecchi!»
Borja rise. «Certo sei un bel soggetto! Anda, vamonos
Rodriguez ringraziò di tutto cuore Martinez, si ripromise di offrirgli diverse cervezas alla prima occasione, e appena vide i due girarono l'angolo, girò la maniglia e uscì.
Quello che aveva visto nello scatolone di Gomez non gli era piaciuto. Anzi, non gli era piaciuto quello che NON aveva visto. Era stata solo un'occhiata fugace, ma aveva avuto conferma di quello che temeva: non c'era la giacca di Gomez.
E se non c'era, poteva essere soltanto per una ragione: ce l'aveva la scientifica.
Se si fossero messi a fare i puntigliosi, a lavorare a regola d'arte, a fare le cose come nei film americani, avrebbero scoperto che le macchie di sangue lasciata sulla giacca non erano coerenti con quelle di un suicidio.
Rodriguez contava sul fatto che normalmente il lavoro viene fatto in maniera approssimativa, solo che normalmente il morto non è un poliziotto.
Per un attimo l'ansia si impadronì di lui, ma si calmò quasi immediatamente. Dopo tutto non c'era ragione che lo collegassero al fatto, anzi.
L'unico che avrebbe potuto sospettare qualcosa era Laszlo.
Rodriguez uscì dal commissariato, e si diresse verso Paseo de Colòn. Passando davanti a dei contenitori per il riciclo dei rifiuti, prese l'identikit di Demidov e lo gettò in quello della carta.
Poi prese l'altro cellulare e chiamò l'unico numero in memoria.
«Buenos Dìas, sbirro» rispose la voce di Laszlo.
«Buenos Dìas. Ho fatto quello che hai chiesto.»
«Ahahaha Buen trabajo Rodriguez. Noi due abbiamo un futuro insieme.»
Rodriguez riattaccò con un ghigno.
“Io ho un futuro, ma non con te” si disse.
Aveva pensato a lungo ai suoi problemi.
Aveva bisogno che Laszlo non potesse ricattarlo e aveva bisogno di molti soldi.
Alla polizia non poteva andare.
Come si dice? Una volta in ballo... tanto vale ballare.
Di buon umore passò oltre la statua di Colombo, passo il ponte che portava alle discoteche del Mare Magnum e proseguì lungo il molo del porto.
La giornata era bella, e il posto era pieno di turisti nordici dalla pelle arrossata, di gente in pattini che rompeva le palle ai passanti con inutili acrobazie e di corridori in vari look e taglie.
Proseguì un poco oltre, dove erano ormeggiati tutti gli yacht dei ricconi.
Ne cercava uno in particolare. Che oramai quelli come lui fossero tutti a Barcellona non era un mistero per nessuno, tanto valeva trarne qualche profitto.
Si accese una sigaretta. Per qualche misteriosa ragione si sentiva più duro con la cicca in bocca, certi stereotipi sono duri a morire.
Trovò la barca che cercava. Quanto cazzo era lunga, diciotto, venti metri?
Sul pontile c'era un enorme armadio di guardia.
Rodriguez tirò fuori il distintivo, fresco di promozione.
«Ispettore Rodriguez, non mi rompere i coglioni e portami da lui»
Beh, in realtà era ancora sub ispettore, ma sub ispettore non è una qualifica che incuta molto rispetto.
L'energumeno fece per aprire bocca, ma Rodriguez lo interruppe.
«So che è qui, non sono in veste ufficiale.»
La guardia disse qualcosa in un radio microfono e poi Rodriguez venne fatto passare.
Sul ponte un ciccione peloso uscì da una piscina e si mise un accappatoio che una ragazza con la metà dei suoi anni gli porgeva. Poi si sedette su una sdraio e si versò con esagerata calma un bicchiere whisky.
«Che vuole?» disse infine con tono arrogante.
Rodriguez fece un cenno con la testa indicando l'energumeno e la ragazza.
Bastò un cenno della mano e i due rimasero soli.
«Quindi?»
«Quindi io sono il sub ispettore Rodriguez dei Mossos d'Esquadra. Ho ucciso un agente e Laszlo ne ha il cadavere, con cui mi ricatta. Lo voglio morto senza che i sospetti cadano su di me. Collaborerò allo smantellamento della sua organizzazione, su cui indago da anni. E voglio parte dei suoi affari. A cambio offro la mia collaborazione e la mia protezione, presenti e future.»
Don Calogero fece un cenno di approvazione e indicò una sdraio.
«Parliamone» disse.
 
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view post Posted on 31/8/2015, 23:36

Alto Sacerdote di Grumbar

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Toh, il bischeraccio ce l'ha fatta... :P

Molto bene, adesso potete non rilassarvi con le SPECIFICHE dello skannatoio di settembre, mentre io e gli altri giurati procederemo con la valutazione dei brani di questi nostri due (im)pavidi finalisti.

:p082: :p082: :p082:
 
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view post Posted on 1/9/2015, 08:57
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Custode di Ryelh
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Sono contento che tu abbia postato David. ^_^ ^_^
Adesso aspetto con impazienzo l'esito di questa nostra tenzone :1392391886.gif: :1392239620.gif:
 
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view post Posted on 16/9/2015, 17:52

Alto Sacerdote di Grumbar

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ciao a tutti, volevo dirvi che voti e commenti sono giunti, ho solo il problema che son senza pc... comunque è quesrione di pochi giorni e vi posto tutto e sapremo finalmente chi avrà vinto questo contest (io lo so già, cicca cicca XD )
 
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view post Posted on 17/9/2015, 09:38
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Custode di Ryelh
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Giusto perché, dopo essermi mangiato le unghie dal nervosismo, possa cominciare a banchettare con il resto delle dita...

Chomp , chomp... I saluti ve li scrivo col pollice, perché l'indice già se ne è andato... :p107:
 
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view post Posted on 22/9/2015, 12:39

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FINALE

E dopo un po'di attesa, eccoci qui con le valutazioni finali mie e dei due giudici che ho scelto per l'occasione.
Ho optato per una giuria mista sia come età che come sesso e gusti.

Da una parte ci sono io, mi conoscete bene e non credo di dover aggiungere altro. Il secondo giurato è stato Rovignon, utente di vecchia data del forum che abbiamo incontrato anche in semifinale. La terza giurata è stata Miksi, anche lei penna amica del forum, lettrice vorace e traduttrice per alcune case editrici che non specifico ma che di sicuro in molti di voi conoscono bene.

Ma ciancio alle bande e sotto con i commenti.



ROVIGiudizio

Una scelta difficile… mamma mia come sto a ripetermi!!!

Questa volta però la scelta si pone su due livelli differenti: Il racconto di White è più rotondo… sì, insomma, è un racconto e il respiro calibrato sulle tre parti; il racconto di David, come ammesso da lui… racconto non è!

Davvero, lo scritto di David ha un respiro molto più ampio è dà davvero l’idea di essere l’incipit di qualcosa che è ancora tutta da venire.

Ecco che mi trovo a paragonare un cortometraggio con il pilot di una serie che potrebbe avere vita lunga… anche dieci serie!!! Non è proprio la stessa cosa.

In ogni caso devo dire che il finale di White, anche se costruito tecnicamente molto bene, da lettore non lo condivido appieno. Sono dell’idea che il protagonista alla stronza abbia dato fin troppo spazio… non vorrei essermi perso qualche passaggio, ma non mi pare che il ragazzo fosse figlio (mai saputo di avercelo) del protagonista. Forse in questo caso il farsi problemi lo avrei capito e avrei capito il rifiuto a fronte di un chiarimento avuto con la ex per poter dare al ragazzo una possibilità ulteriore basata su una futura selezione ad opera di un indirizzamento del padre sugli studi specialistici o qualcosa di simile… ma così… non so, perché dedicarle tutto quel tempo? Davvero ha covato senza saperlo così tanto rancore da doverlo affrontare adesso a più di vent’anni di distanza? Non so, personalemtne ho preso delle belle sportellata nel mio passato, ma non me ne importerebbe nulla di vendicarmi… guardo quello che ho adesso e mi sento soddisfatto e così mi è parso il protagonista… il rancore è per chi continua a ricordare gli eventi del passato come migliori di quello che sta vivendo adesso. Giuro… la cosa non mi convince, anche se ho colto nel corso della narraziopne degli elementi che mi fanno pensare che White ci abbia messo del suo, delle esperienze personali che lui è riuscito a superare, ma non credo che la sua storia si ponga negli stessi termini di quella che ho letto.

Per David è tutta un’altra cosa. C’è un personaggio studiato su diversi livelli che nella sua discesa verso il lato oscuro decide di prendere l’iniziativa e non lasciarsi trasportare come una bandiera nel vento. Una specie di Darth Vader catalano che crede di poter controllare il proprio lato oscuro per il bene della propria famiglia assurgendo alla figura di detective/ispettore/vendicatore/giustiziere e chi più ne ha più ne metta visto che il personaggio è solo in embrione e potrebbe evolvere come più gli piace.

Sul piano tecnico non c’è molto da dire, qualche refuso per White e qualche forma dialettale per David che il fiorentino ce l’ha nel sangue, ma niente di che (solo che sembra di sentire Carlo Conti ogni tanto lungo il racconto… il DE! Poi è stato l’apoteosi!!! :-P ).

Mi verrebbe di dire David perché White non mi convince nell’argomentazione finale, mi verrebbe da dire David perché lo scritto è molto più solido e di ampio respiro, mi verrebbe da dire White perché è lui ad aver rispettato di più il dramma in tre atti, mi verrebbe da dire David perché è quello che mi ha incuriosito di più.



Ancora una volta sono a scegliere con il cuore… e dico…

David!

Ciao Ragazzi e complimenti a tutti!


MIKSIGiudizio

Come già anticipato, pretorian vince su David, here's why:

La storia di David si è presentata da subito come un brano abbastanza disconnesso, con registro a volte da bassifondi di periferia, a volte da romanzo rosa lindo e pinto.

Il protagonista, soprattutto, non è molto ben delineato e spesso sembra intraprendere azioni "a caso". Ma forse, in effetti, è solo più umano di tanti altri personaggi.

In generale il tutto ci lascia un po' perplessi, ma probabilmente è dovuto al fatto, come dice l'autore, di aver messo troppa carne al fuoco, normale che poi non si possa concludere a dovere.

Il finale aperto è affascinante ma purtroppo in questo contesto penalizza il racconto.

Il racconto di White Pretorian è più "classico" se vogliamo e, benché non spicchi in creatività, questo fatto gli ha permesso di appoggiarsi su una struttura più solida e di creare quindi un racconto più organico, con qualche punta di estro carina (come la reale natura dello spirito-guida)

Il protagonista alla fine si riscatta ma fino ad allora ha una caratterizzazione un po' piatta. Ci sarebbe ancora del lavoro da fare, volendo.

Anche Maria, purtroppo, non ci dà troppi motivi per amarla, né prima né dopo il tradimento, il che contribuisce a non affezionarci a nessun aspetto del racconto se non, in parte, al già citato spirito.

Dovendo scegliere, dico che White vince su David.


MasterMassacro

Pretorian

LE mie impressioni per quel che riguarda le prime due parti te le ho già date, quindi mi concentrerò solo su questa ultima sezione.
Dal punto di vista narrativo ci sono diversi pasticci: pdv ballerini, incursioni del narratore ingiustificate, e consimili. Da quello grammaticale e sintattico anche, ho trovato parecchi errori, alcuni non gravi, altri un pochino di più, comunque niente di trascendentale, banalmente si vede che anche qui è mancata una rilettura organica e a mente lucida.
L’aspetto su cui vorrei tuttavia focalizzarmi è la trama di questa storia che ha molto il suo perché, è ben studiata, considerando i cambi di direzione in itinere torna sorprendentemente quasi tutto. Questa è la cosa di sicuro migliore.
Sono rimasto solo personalmente un pochino deluso dal fatto che il protagonista non abbia ceduto al lato oscuro, ma è questione di gusto personale, amo vedere i personaggi che sprofondano sotto il peso delle proprie inadeguatezze, o delle proprie speranze, o altro comunque riconducibile a loro.
Hai scelto la redenzione e la crescita personale, ok, avrei preferito altro ma va bene lo stesso, l’unica cosa è che così è un po’ prevedibile: partendo alla christmas carol, il finale con maturazione personale e superamento dei “difetti” che hanno reso la tua vita uno schifo/che ti hanno portato (in senso negativo) dove ti trovi ora, è esattamente quello che ci si aspetta. In questa ultima parte invece stavi riuscendo a farmi venire il sorrisetto pensando che alla fine invece lui avrebbe fatto il bastardo (e magari, se proprio avessi voluto dare un senso positivo alla storia avresti potuto fargliela anche pagare dopo che aveva fatto il bastardo), e la prospettiva mi garbava, mi garbava molto. Invece hai optato per il “e vissero tutti felici e contenti”. Ripeto, l’hai fatto in modo sensato, quindi va bene, però ecco… mi ha lasciato un po’l’amaro in bocca :P
Per migliorare ulteriormente questa storia, ti consiglio di potenziare meglio lo schema e la struttra dei passaggi psicologici che una persona percorre dopo un trauma. Sono i soliti, sono ben spiegati ovunque online e su tutti i libri di psicologia quindi non mi dilungo, ma legare lo sviluppo di trama a quello schema, personalizzandolo e adattandolo alla tua storia, ti permetterebbe di guadagnarne in coerenza interna, linearità, e alla fine è più facile far tornare tutto. E puoi sempre e comunque cambiare il finale facendo inceppare il meccanismo in uno dei passaggi (come credevo stessi facendo).
Poi, è un peccato che la moglie e la prole del protagonista non ricevano nessun accenno o battuta o ruolo (anche solo indiretto) nel finale della storia, sarebbe stato un plus far rientrare anche loro nello schema di trama, magari in qualche modo inaspettato. Però non ti dico come, perché è giusto che ci pensi su tu… :)

Il vantaggio principale di questa storia, in generale, risiede comunque nel fatto di esserti focalizzato principalmente su un solo personaggio, avendo quindi tempo e modo di approfondire la sua vicenda, di farci appassionare un po’alle sue vicende e di farci desiderare di sapere/scoprire come avrebbe reagisto alle situazioni, il tutto in una trama invece orientata alla rivelazione dei retroscena, quindi le diramazioni strutturali della storia sono state decisamente buone. Avresti sicuramente potuto gestirle meglio e realizzarle in modo più ottimizzato, ma comunque lo studio a tavolino dello schema narrativo è senza dubbio funzionale. Se dovessi decidere di rimettere mano al brano, ti consiglio di spingere di più sugli aspetti che possano accomunare il lettore al pdv del tuo protagonista, perché la vicenda di andrea diventi a tutti gli effetti la vicenda del lettore, e dare quindi poi attraverso le scelte di andrea un nuovo filtro/una nuova lente attraverso cui il lettore possa reinterpretare il proprio vissuto. Su questo aspetto puoi giocare molto, in moltissimi sensi e direzioni e può essere un plus davvero importante per una storia come questa.

Ultima postilla: mi è dispiaciuto che il finale fosse a tutti gli effetti chiuso e che tu non abbia lasciato qualche filo pendente per poter riprendere poi la serialità della storia. Era un po’lo scopo dichiarato di questo speciale. Non che non si possa comunque portare avanti, di modi ce ne sarebbero a bizzeffe, solo che non ne ho visti di piazzati lì apposta.
Comunque la vicenda autoconclusiva non è sbagliata e non va contro le regole, quindi questo era un po’un aspetto extra contest.
In generale, tuttavia, una buona prova.




David

Obbischeraccio… dopo averti fatto aspettare a spam (solo per te, che s’impari la pazienza in quel di Tospanha :P ) eccoci anche al tuo brano ;)

Devo dire che stilisticamente hai fatto dei passi in avanti davvero notevoli. Si vede già dalle primissime righe della prima parte. Questo non significa che tu sia arrivato, ma rispetto a qualche mese fa, la differenza si nota molto. Bravo.
Dal punto di vista della gestione ci sono alcune cosette da regolare, per esempio, subito all’inizio dovresti chiarire il più possibile chi parla, chi c’è in scena, e altro (a meno che il mistero non sia parte della gestione e sia elemento necessario/voluto/studiato), perché se queste cose non sono chiare, si fa fatica a star dietro alle sequenze dialogiche e agli avvenimenti e riferimenti. Questo è un aspetto che tipicamente si attenua col prosieguo della lettura perché comunque si imparano a conoscere i personaggi, si capiscono le dinamiche, le situazioni, ma all’inizio il lettore sta venendo precipitato in una scena di cui non sa nulla, di una storia di cui sa ancora meno, in un’ambientazione e un tempo che non immagina. Qualche elemento che sia chiarificatore di alcune di queste cose, giusto per metterlo subito nella direzione più adatta, sarebbe sempre da considerare. Trasla in narrativa il concetto dell’establishing shot, e pensa a un modo in cui far passare molte info in modo naturale in poco spazio. Perché quel poco spazio, se gestito male, è quello che sa davvero fare la differenza tra un “uhm, interessante” e un “ma dai, che pallae, non si capisce una saega” che può portare all’abbandono. Sì, anche dopo poche righe.
Hai sempre un po’il vizio dello spieghino inutile, o meglio, che dice cose che avresti senza troppe noie potuto far passare in modo performante “Aveva preferito parcheggiare sulla litorale piuttosto che dentro il complesso industriale perché l'area era desolata di notte, e non era possibile che un'auto potesse passare inosservata.”
Poi, se ci mettessimo ad analizzare il testo parola per parola (cosa inutile a questo punto, perché metà delle cose che hai scritto non sopravvivrebbero a una bella revisione), ci sarebbero un sacco di cosette da dire, ma sono cose molto specifiche, roba da line editing, e io purtroppo ho giornate da sole 24 ore, niente di devastante comunque. :P
Un consiglio: quando usi un narratore esterno immedesimato, personalizza le descrizioni. Non passarle in modo puramente descrittivo e impersonale, ricordati che il narratore è nel pdv del personaggio e deve guardare le cose con gli occhi del personaggio. Alcune volte lo fai, quindi quando non lo fai si nota ancora di più. E, per esperienza, i lettori tendono ad apprezzare molto queste cose, e permettono a te di liberare l’estro, dire cose a effetto e conquistare l’uditorio, mentre stai pure caratterizzando in un modo di cui molti sottovalutano l’efficacia. Insomma, è un po’un Jackpot.
La parte del magazzino è troppo veloce, non dico l’azione, che va bene sia veloce, dico il modo in cui Laszlo convince Rodriguez, avviene tutto troppo in fretta, amplierei un attimo lì, dando alla situazione il tempo di svilupparsi in modo più naturale.
Per il resto è una buonissima prima parte, ha tutto quello che deve avere, anche se, ovviamente, andava gestito meglio, ma capisco che hai scritto di fretta eccetera. Comunque un ottimo pilot, Potrebbe essere potenziato da qualche riferimento di Laszlo a qualcosa che boh, qualcosa che accenda di più la curiosità del lettore e che diventerà poi il leitmotiv della serie.
La grossa pecca di questo brano è che non dice niente di nuovo rispetto ai millemila polizieschi esistenti e che mi son visto, ma di buono c’è che il pubblico di questo genere ama queste dinamiche e quindi ci resta sempre abbastanza affezionato, l’originalità non è il fattore più importante (anche se averla non sarebbe stato male :P ).

La seconda parte ovviamente cala il ritmo, ma è giusto che sia così, c’è da cuocere la carne messa al fuoco nella prima.
Ti segnalo che prendere la pistola dalla fondina di un poliziotto non è cosa così facile. Intanto sta sulla destra, quindi se Rodriguez guidava, quella di Gomez era lontana, poi ha un laccio o un bottone di sgancio come sicura, più le cinture di sicurezza, eccetera. Non dico sia impossibile, ma se vuoi farglielo fare non dovresti relegare il tutto a mezza frase, ma approfondire un attimino, così dai anche l’impressione agli amanti del genere che sei uno che ai dettagli ci tiene. Senza contare che sarebbe bastato a Rodriguez minacciarlo con la propria pistola e una volta messo sotto tiro il collega prendergli la pistola con calma.
(Tra l’altro, una cosa che ti segnalo, so che hai lasciato intendere che guidasse Gomez, ma ti consiglio di aggiungere qualche dettaglio in tal senso, perché si dà sempre per scontato che guidi il protagonista)
Comunque La scena del suicidio inscenato fa un po’acqua. Hai considerato alcune cose e ok, ma andarsene in giro per 10 minuti con la camicia, la faccia e i pantaloni sporchi di sangue (vale a dire tutto ciò che la giacca del collega non avrebbe coperto) già di base sarebbe sospetto, poi gli schizzi di sangue sulla giacca si vedrebbe a un esame neanche troppo attento che non coincidono con la ferita, e il sangue sarebbe sui vestiti di Gomez, esattamente sotto la giacca, cosa che anche qui lascerebbe più di qualche sospetto.

Questi son proiettili molto più potenti di un normale 9mm da pistola d’ordinanza, ma aiutano a capire un po’il carnaio che si crea se spari in testa a qualcuno:
Video

Nella terza parte noto che hai posto l’accento sulla questione che ho sollevato pocanzi, rimane il fatto che la spiegazione è un po’deboluccia, nel senso che le questioni sono 2:
O gli fai uccidere Gomez in maniera premeditata, e quindi ragionata, e poi magari comunque lo scoprono ma per un dettaglio NON banale; oppure gli fai uccidere Gomez in maniera un pochino più impulsiva e poi cerca di sistemare le cose e la dimenticanza di qualcosa da occultare o da sistemare sarà data dalla fretta, dalla mancata premeditazione, etc. Questa seconda alternativa va meglio per la serialità perché ti lascia mille porte aperte per sviluppi di trama. Oppure in qualche momento poni una condizione che diviene nota al lettore e che Rodriguez utilizza a proprio favore come parametro di pianificazione dell’omicidio, e che in un secondo momento può smettere di sussistere e quindi cambiare l’equilibrio. Per esempio, lo studioso delle macchie di sangue del dipartimenti è stato promosso e passato al salcazzo corpo d’armata, e il dipartimento non ha i fondi per assumerne un altro, quindi da adesso le cose si faranno alla vecchia maniera. Quindi Rodriguez pianifica l’omicidio senza considerare troppo le macchie di sangue, salvo poi scoprire tra 3-4-5 puntate che il dipartimento riceve una donazione e assume un nuovo emostudioso, o che da Madrid hanno deciso di reagire alla recente ondata di omicidi di poliziotti da parte della criminalità approvando una nuova task force che si occupi di tutte le morti di poliziotti, anche quelle che paiono casuali, perché la criminalità è furba… e a quel punto capisci che le priorità di Rodriguez cambierebbero, e magari potrebbe sfruttare tutto questo in modo acuto e fico per cavarsi d’impiccio in modi tamarri.
Per il resto la terza parte è buona, la cosa del deposito delle prove è interessante, avrebbe potuto anche dilungarsi di più, Rodriguez avrebbe potuto scoprire anche qualcos’altro lì dentro, magari qualcosa che Laszlo voleva che scoprisse, o che qualche altro “attore” ancora da rivelare aveva piazzato lì ad hoc. O magari scoprire proprio che quello che doveva prendere non esiste, o che era già stato ripulito, trovare un bigliettino nella scatola delle prove che diceva “caro subispettore Rodriguez, volevo solo vedere se l’avresti fatto davvero, se sì, hai fatto bene, se no, qualucno troverà questo biglietto esaminando le prove e saprà che sei un corrotto”. cApisci, cose così che son colpi di scena che intamarriscono le vicende di continuo e danno anche più spessore ai cattivi, che sono importanti i cattivi in una storia. Con un escamotage del genere, il rispetto per Laszlo sarebbe schizzato alle stelle in tempo 0.
Se dovessi trovare un difetto a questa storia, direi Don Caloggero. È una roba full gratuita e TROPPO stereotipata. Laszlo è dell’est, perché usare un mafioso italiano? È un elemento che appare immediatamente come esterno, una specie di mini deus ex machina. Va bene rivolgersi al superiore di Laszlo, ma Don Caloggero è del tutto fuori misura secondo me, pensa a un personaggio diverso, meglio caratterizzato e più utile a tal proposito.

In generale hai avuto un po’il problema opposto a quello di Pretorian: lui ha chiuso tutto, tu non hai chiuso proprio niente. Puntare alla serialità è del tutto ok e l’ho apprezzato molto, ma che almeno la storia avesse una sorta di compimento sarebbe stato utile ai fini del contest.
Comunque anche tu hai piazzato una buona prova.


E ora il mio giudizio. Qualche dubbio l’ho avuto, perché nessuna delle due storie era superiore (o inferiore) all’altra in toto, anzi, ognuna ha i suoi punti di forza e debolezza che vanno proprio a inserirsi come un negativo su quelli dell’altra, quindi la valutazione non è facile. Alla fine credo tuttavia che opterò per dare il mio voto a David, perché la sua storia è andata di più nel senso che volevod are a questo skan e, seppur non completa (che è un bel malus) è stata palesemente costruita con in mente la serialità, con un migliore utilizzo dei cliffhanger e dei tempi narrativi. Niente da recriminare a Pretorian tuttavia, che anche lui, soprattutto nella seconda e nella terza parte, ha saputo tirar fuori da un concept verso cui ero DAVVERO scettico, una bella storia. Non è per demerito che arriva secondo, semmai è per merito di David a cui faccio i miei complimenti per la maturazione stilistica che ha avuto negli ultimi mesi.
Complimenti ancora a tutti e due, ora vediamo con i voti degli altri giudici chi vince la classifica generale.





Quindi il vincitore è...


Rullo di tamburi


Altro rullo di tamburi


E facciamoli rullare.........




DAVID
GALLIGANI


Solo per lui, il video della vittoria!!!

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view post Posted on 22/9/2015, 13:29
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Il Tospanico Polemico

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:1392391832.gif: EVVIVA! :1392391832.gif:

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Adesso party!
Dopo rispondo ai commenti, grazie mille a tutti per avermi letto :D

E congratulazioni al mio avversario: è stato uno scontro durissimo!
 
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view post Posted on 24/9/2015, 22:58
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Custode di Ryelh
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Ciao a tutti, ragazzi.

Prima di tutto, lasciatemi fare i complimenti a David per la vittoria. Ho visto cosa hai scritto nel corso di questo speciale e posso dire che è pienamente meritata.
Cosa dire, questo secondo posto arriva inaspettato, nel senso che non avrei mai pensato di arrivare così avanti. Ho letto racconti molto ben fatti e il fatto che i miei siano stati considerati alla loro stessa altezza mi inorgoglisce. Forse vuol dire che, a furia di farmi skannare e macellare qui dentro, qualcosa la sto imparando per davvero. Quindi vi ringrazio tutti, ma proprio tutti-tutti, anche quelli che non hanno partecipato o che magari non sono più nemmeno sul forum, perché se oggi riesco a produrre qualcosa di meglio di un temino da quinta elementare è soprattutto merito vostro.
Ora, devo solo decidermi a fare qualcosa con quello che scrivo...

Passo a rispondere ai commenti:

ROVI: ci hai preso, anche se devo fare una precisazione. Andrea, il protagonista di questo racconto, sono io, o, per meglio dire, è una sorta di proiezione pessimista di me in un futuro imprecisato. Ho vissuto la stessa esperienza che ha vissuto il protagonista (l'abbandono, non il viaggio nella mia testa con un sosia :D ) e ho cercato di mettere per iscritto alcuni timori di questi giorni, soprattutto quello che una parte di me non riesca mai a uscire del tutto da una logica di rivalsa. Però hai ragione, avrei dovuto ragionare più in prospettiva e rendere meglio la personalità del protagonista. Vedrò di tenerne conto per la prossima volta.

MIKSI: Grazie del voto, Miksi. Come sopra: avrei dovuto lavorare di più sulla psicologia del protagonista e vedrò di tenerne conto. Quanto a Maria... non è che mi dispiaccia che non vi siate affezionati a lei :p099:

MASTER: Perdonami Padre, perchè ho peccato :D :D pensa che ho cominciato questo racconto con la precisa volontà di farlo finire male. Dato che avevo già fatto un racconto con le stesse motivazioni alcuni mesi fa (scritto a quattro mani con Shanda che saluto) e dato che questo finiva bene, questa storia la volevo cattiva e piena di risentimento. Nell'idea iniziale, Andrea avrebbe dovuto dar retta al sosia e umiliare Maria e suo figlio. Purtroppo, come detto prima, questo racconto non è altro che una trasposizione dellemie paranoie e delle mie riflessioni su carta, quindi mi sono fatto una semplice domanda: è davvero così che vuoi essere tra trent'anni? Un uomo meschino che si porta dietro i suoi rancori? Quindi ho corretto la traiettoria e ho puntato sul finale buono. :(
Giuro: la prossima volta vedo sul "bad ending" anche perchè è almeno un anno che non lo faccio :1392239620.gif:
Un'ultima cosa: quando parli di pdv ballerino, fai riferimento a tutto il racconto o solo alla prima parte? Perché era una cosa che mi avevi già fatto notare ed ero convinto di averla risolta. Se non è così, potresti rispiegarmi dov'è il problema? Grazie.

Beh, che dire. Grazie ancora a tutti. Penso che diserterò il forum per un po', perché ho un paio di progetti che vorrei portare a termine, ma cercherò di tornare presto. Volente o nolente, non posso più fare a meno di questo posto.
Saluti!
 
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view post Posted on 30/9/2015, 08:53

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@pretorian: ehi ciao, scusa ma la tua risposta me l'ero persa... comunque dicevo in generale, poi appena ho un attimo di respiro e riesco a mettermi lì con calma magari ti tiro fuori dal brano qualche esempio pratico ;)
 
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