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Skannatoio Agosto - Settembre 2022, Need e Desire

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view post Posted on 2/8/2022, 21:35
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Custode di Ryelh
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Salve a tutti!

Di recente ho ricominciato a leggere "Anatomia di una storia" di John Truby, un libro che molti autori considerano fondamentale per comprendere gli sviluppi della migliore letteratura degli ultimi decenni. Così ho pensato, perché non provare a mettere in pratica con voi alcuni degli elementi riportati da Truby? In questo modo, potremmo provare a sviluppare insieme, Skannatoio dopo Skannatoio, una scrittura più avanzata. Cosa ne dite? Fatemi sapere.

Come sempre, cominciamo con il link al regolamento: https://latelanera.forumfree.it/?t=77744091.


1) A partire dal momento di pubblicazione di questo post avete tempo fino alle 23:59 del 2 settembre 2022 per preparare un racconto che rispetti le specifiche che fornirò in basso e postarlo in questo thread.

2) a partire dalle ore 00:00 del 03 luglio 2022, avrete due settimane per leggere tutti i racconti, postare un commento di almeno 300 caratteri e una graduatoria dei racconti in gara.

3) Dopo i vostri commenti, la giuria provvederà a dare i suoi commenti, la sua graduatoria e il suo voto per il miglior commento. Fatta la sommatoria dei voti, si farà la graduatoria finale.

Ed ecco la specifiche:

Tema: NEED e DESIRE: per Truby uno degli elementi fondamentali di una storia è individuare degli enementi di "Need" e "Desire" per il protagonista, che costituiscono il motore effettivo della vicenda. Per "Desire" si intende l'obiettivo che il protagonista vuole perseguire consapevolmente nella storia.
(Truby porta l'esempio del film "Il Padrino" dove lo scopo del protagonista è di vendicarsi di chi ha ucciso suo padre)

Il "Need", invece è ciò di cui il protagonista ha davvero bisogno, l'evoluzione che deve compiere per risolvere le sue debolezze morali e\o psicologiche.

(Nel Padrino il Need è la necessità per Michael Corleone di acquisire il rispetto della sua famiglia e di poter venire considerato un leader come suo padre).


SPECIFICHE FACOLTATIVE
oltre alla specifica obbligatoria, ve ne saranno due facoltative. Se non le rispetterete, non succederà nulla, ma, se riuscirete a inserirle concretamente nel vostro racconto, avrete un bonus di -2.

1) MAMMA MIA!!!: inserite una scena dove un personaggio parla in un dialetto italiano stretto.

2) Nouvelle Cousine: in una scena deve comparire la preparazione di un piatto. Sono accettate anche ricette di fantasia, purché non siano senza senso.


LUNGHEZZA: minimo 5.000 caratteri, massimo 35.000.


Pronti? Cominciate a scrivere!!
 
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view post Posted on 7/8/2022, 12:06

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Ciao, White Pretorian, vedrò cosa posso fare.
 
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view post Posted on 12/8/2022, 19:01
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Custode di Ryelh
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CITAZIONE (shanda06 @ 7/8/2022, 13:06) 
Ciao, White Pretorian, vedrò cosa posso fare.

Grande!
 
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view post Posted on 19/8/2022, 15:54

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MIN 5000 CAR MAX 35000
SPECIFICHE SKANNATOIO SETTEMBRE
NEED (VENDETTA) esempio di Truby
DESIDERE (DIVENTARE LEADER) esempio di Truby
SPECIFICHE FACOLTATIVE: NUOVELLE CUISINE Preparazione di un piatto

CENA DA BRIVIDO
Di Alexandra Fischer


Lily premette il tasto Play e la registrazione partì: la cantina di famiglia con le rastrelliere per i vini bianchi, le mensole che ospitavano i vini rossi, e, in un angolo, le scatole dei nuovi arrivi appariva così vicina da poterla toccare. L’ultima inquadratura riguardava l’angolo degustazione, con vassoio collocato su una botte, sedie ai lati. Lily rivide il padre: in divisa blu, con il taste-vin appeso al collo mentre schioccava la lingua nel degustare il vino prima di versarlo nel bicchiere dell’uomo seduto.
Lily mise in pausa e si rivolse all’uomo accanto a lei: − Come vede, si tratta proprio di Petrino.
− Il noto critico enogastronomico, ma perché?
− Concorrenza, dottor Molteni. Guardi bene l’ingrandimento dell’etichetta della bottiglia.
− È un Porto rosso, ma non ne ho mai sentito parlare.
Lily aggrottò la fronte. − Certo che no, è una nuova produzione, molto ambita in vista del banchetto del 17 aprile. Un omaggio alla fondazione della sede dell’ONAV qui a Rossinia. Immagino vorrà vedere il resto −, mandò avanti la registrazione e rivisse la notte in cui la serie di raffiche l’aveva buttata giù dal letto.
− Impressionante – osservò il Dottor Molteni davanti alla serie di bottiglie di lusso che saltavano in aria come in un tiro a segno.
− Già. Mio padre ne morì. Infarto, ma si vedeva già sul lastrico. Capisce? Io cercai di convincerlo che c’era ancora speranza. Niente da fare. Fu tutto inutile mostrargli le casse che avevo salvato il giorno prima.
Molteni approvò con un cenno del capo: − Bene. Mossa astuta. Posso chiederle da dove le venne?
− Non mi erano piaciute le chiacchiere dei miei a tavola. Mio padre tendeva a vedere solo il lato buono delle persone. Io capii che invece c’erano delle invidie per il ristorante di mia madre. Fu alla cena della settimana scorsa nella sede dell’ONAV. So distinguere le parole dalle espressioni facciali. Molti di quei colleghi di mia madre avrebbero distrutto volentieri le provviste del ristorante se non l’intero locale.
− Perché non lo fecero?
− Mia madre aveva capito con chi aveva a che fare e creò tutta una serie di allarmi, m quelle carogne credono di aver vinto. Un banchetto senza i vini che ricalcano lo spirito dell’ONAV è monco, capisce?
Molteni si aggiustò gli occhiali. – Qui entro in scena io.
− Esatto. Vede, alcuni piatti ricalcano la cucina edoardiana del 1912, altri invece rappresentano l’innovazione. Mia madre diceva sempre di percepire lo spirito degli inventori delle ricette mentre cucinava. E io credo non fosse solo un modo di dire. Fra i cuochi ci furono anche un paio di nostri parenti.
− Non lo metto in dubbio, ma io mi considero un bibliotecario appassionato di vini e buona cucina.
− Sì, ma che riceve visite dall’aldilà. Come spiega i disegni e le lettere eseguiti a porte chiuse? Mia madre ne è ancora impressionata oggi. Quella ricetta di aspic al rum con la panna inventata dal mio prozio era incompleta quando lui morì. La grafia corrisponde e la porta dello studio era chiusa a chiave.
Molteni allargò le braccia. – Lo ignoro persino io e mi chiedo come mai mi abbia chiamato qui.
− Vendetta. Ha visto anche lei nel filmato chi c’era. Petrino è quello con la coscienza più sporca. Posso pagarla.
− Non voglio denaro. Il mio compenso è stato assaggiare il miglior aspic al rum della mia vita. Spero che sua madre, al banchetto replichi lo stesso successo.
− Mi dispiace, dovrò sostituirla io. Ha avuto un crollo psichico, le è rimasto solo il tempo di menzionarla. L’ha definita un amico dei fantasmi.
Molteni sorrise: − In realtà, secondo la parapsicologia, sarei una specie di catalizzatore. Senta, farò quello che posso per aiutarla, ma non le garantisco nulla.
Lily gli strinse la mano: − Alla peggio, basterà la sua presenza a far vergognare quegli individui.
Molteni annuì e si congedò da lei.





Lily preparò il menù avvalendosi dell’aiuto di un paio di stagisti della scuola alberghiera. Uscì dalla cucina dopo essersi assicurata che la preparazione dei piatti andasse per il meglio e stampò il menù a uso degli invitati:

Fettine di maiale freddo alla salsa rubra con spezie
Flan di cardo con salsa alla fonduta valdostana
Consommé di anitra al Porto
Anitra con patate e verdure e riduzione al Porto
Gelato al limone con zenzero
Gamberetti fritti alle nocciole con carciofi
Budino al cioccolato con biscotti e salsa alle fragole

Sorrise di trionfo. I cartoncini azzurri con la scritta per esteso dell’ONAV: Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vinicoli e il taste-vin, che da piccola era il suo giocattolo preferito per via della catenella e del piattino di metallo con le bolle, risaltavano in tutto il loro splendore. La scritta era rossa e bianca, a simboleggiare i vini, il taste-vin metà color argento, metà color oro, a rappresentare il livello di bravura dei degustatori. Suo padre era arrivato all’oro. Lily strinse i pugni all’idea del taste-vin chiuso nella vetrinetta di casa. E ancora più all’idea di sua madre, persa in un mondo tutto suo. Tornò in cucina per il controllo finale per dominare il dolore.


Lily entrò nella sala e diede il benvenuto ai membri dell’ONAV scortandoli al tavolo più grande del locale, una ventina di coperti.
Petrini le tese la mano sbalordito: − Ma, siamo in diciannove. Aspettiamo un altro ospite?
Lily ricambiò la stretta con un sorriso spontaneo: − Non posso anticiparle nulla, si accomodi, intanto.
Petrini si sedette, imitato dagli altri membri dell’ONAV, una decina di persone in tutto. Prese il menù, collocato sul piatto sopra a un tovagliolo. – Idea simpatica, avere un ricordo della serata.
Lily vide con soddisfazione che la fronte gli si era imperlata di sudore alla vista delle bottiglie sul tavolo. Ed era impallidito alla vista del sommelier alle prese con l’apertura e la degustazione della prima bottiglia. Aveva assaggiato il primo sorso versatogli dal sommelier guardando avanti a sé con gli occhi sgranati.
Molteni, seduto accanto a lui, aveva accettato il vino a sua volta con un sorriso, dopodiché lo aveva fatto rigirare in bocca, deglutito, e fatto uno schiocco del palato. – Ottimo, il signor Giovanni sa quel che fa.
− Faceva, vorrà dire?
− No, è seduto di fronte a lei.
Petrini guardò la sedia vuota e fece un cenno di diniego con il capo.
Molteni lo incalzò, mentre gli ospiti chiacchieravano fra loro di produzioni vinicole e di enogastronomia. – Suvvia, è l’occasione giusta di dimenticare il passato.
Petrini lo guardò allibito, mentre il gusto del Porto gli si disfaceva in bocca con una nota amara. Sussultò al tintinnio dei vassoi all’arrivo degli antipasti freddi e notò che di fronte a lui era seduta la proprietaria di un’enoteca con annessa libreria. Cercò con lo sguardo Giovanni Rossello e lo vide alla destra di lei solo dopo diversi tentativi: la vista gli si era appannata. – Che scherzo è questo, Molteni?
− Nessuno. Giovanni sta facendo tutto da solo. Gliel’ho detto, vuole parlarle.
− Io no −. Petrini cominciò a gustare l’antipasto. L’arrivo di Lily lo costrinse a fermarsi a metà. Il sapore deciso della salsa al pomodoro e aceto unito alle spezie divenne per lui come un assaggio d’inferno. Bevve un sorso di Porto. – Signorina Rossello, complimenti. Ottimo inizio.
− Sono felice che le piaccia. Vede, ho preparato tutto con quello che sono riuscita a salvare dalla cantina di mio padre.
Lily si girò all’apertura delle porte della cucina: − Si gusti pure il resto del menù. L’ho preparato apposta per lei.
Petrini gustò il flan di cardo con un certo sollievo: un sapore di verdure morbide e formaggio che lo riportava all’infanzia.
Il consommé invece risuonò come un’accusa e per poco non gli andò di traverso. Rivolse occhiate di vergogna agli altri commensali e ricevette una pacca sulla schiena da Molteni, il quale gli indicò Giovanni: − Non lo faccia stare peggio di così. Vede da lei quanto ci tiene a un buon voto al ristorante.
Petrini si riprese: − Certo, sarà così. Sono curioso di assaggiare le altre portate −, assaggiò l’anitra con cautela, quasi fosse stata avvelenata. Si gettò sul sorbetto con sollievo, come pure sui gamberetti e il dolce. Gli facevano ripensare a lontane estati nelle quali il suo gusto si affinava, ma toccò il bicchiere di Porto sempre meno. A tavolo libero, tirò fuori di borsa il computer portatile e approfittò del wi-fi del ristorante per inviare la recensione alla rivista enogastronomica. Spense l’apparecchiatura quando Lily gli si avvicinò: − Un pasto da dieci.
Lei gli sibilò: − Questo non cancella le bottiglie rotte, la morte di crepacuore di mio padre, seduto di fronte a lei.
Petrini rimase impassibile e tirò fuori lo smartphone, sul quale cominciò a scrivere qualche nota frenetica. Rivolse di nuovo la sua attenzione a lei: − Si ricomponga, l’ONAV ci sta guardando. E io ignoro di quali bottiglie rotte stia parlando −, distolse lo sguardo e Giovanni si alzò dalla sedia e gli sfiorò il petto prima di scomparire.
Molteni fu il primo a chiamare i soccorsi e rimase in ospedale accanto a Petrini. Diede la notizia a Lily poche ore dopo, raggiungendola a casa: − Salvo, ma non potrà più lavorare. Mi sembra una degna vendetta. Le pare?
− Non mia.
− Invece sì. Fu lei a scegliere i piatti, alcuni ispirati all’ultima cena del Titanic.
− Se lo meritava. Io ho la certezza che fu lui a distruggere le bottiglie.
Molteni annuì.
Lily rimase fredda: − Questo non mi ridarà mio padre, né guarirà mia madre, ma almeno, ho salvato il ristorante. Inviò l’articolo in tempo prima di ammalarsi, capisce?
Molteni le sorrise: − Certo. Fu un grande professionista fino all’ultimo. Ma, detto, fra noi, era una grande carogna quando voleva.
− La ringrazio dell’aiuto.
− Non deve, io sono venuto qui come gourmet. Suo padre si è appena alzato dalla sedia ed è orgoglioso di lei.
Lily sentì l’aroma del dopobarba del padre e un lieve spostamento d’aria: vendetta era fatta.
 
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view post Posted on 29/8/2022, 20:32
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Custode di Ryelh
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Mmmmm... solo Shanda questo mese?

:?
 
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view post Posted on 3/9/2022, 09:30
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Beh, temo che per questa edizione lo Skannatoio sia saltato. Shanda, leggerò il tuo racconto e lo commenterò. Grazie per il tuo impegno. A presto.
 
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view post Posted on 3/9/2022, 13:43

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Ciao, White Pretorian, te ne sono infinitamente grata.
 
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